Cos’è un Bagno di Suoni?
Il Bagno di Suoni, a volte chiamato anche Concerto Meditativo o Bagno di Gong, è una delle più efficaci e veloci forme di meditazione: il suo punto di forza sta nel fatto che non viene richiesto nessuno sforzo fisico o mentale, non bisogna fare assolutamente niente. Si riceve stando sdraiati su un comodo materassino in una sala confortevole, oppure anche all’aperto, solitamente questa attività viene svolta in gruppo, ma può anche essere fatta singolarmente o in coppia.
Lo scopo è quello di raggiungere il vuoto nella mente, fermare i pensieri, anche solo per pochi istanti, ma quanto basta per ricontattare quelle parti più profonde dell’Anima, dove si nascondono i messaggi da cui attingeremo per sanare parti emotive o fisiche che possono essere in squilibrio, così da rigenerare corpo, mente e spirito, e riprendere la nostra vita quotidiana con nuove consapevolezze evolutive.
Viene definito “Bagno” perchè si è avvolti completamente dal Suono, un suono che in certi momenti, soprattutto durante la parte centrale della pratica dove viene suonato lo strumento principe, il Gong, può dare la sensazione di essere sospesi nel vuoto, come nello spazio, oppure di leggerezza come quando si galleggia sul mare.
Il Suono e la Vibrazione degli strumenti, che venivano utilizzati già migliaia di anni fa da sciamani di varie popolazioni in Rituali di Trasformazione Evolutiva e Cerimoniali Sacri, agiscono sul nostro corpo attraverso la legge di risonanza: attraverso lo spostamento nell’aria, arriva sul nostro corpo, fisico ed emozionale, una vera e propria onda vibratoria, che percorrendolo va a “massaggiare” e a donare un “riequilibrio” laddove ce ne fosse bisogno. Si possono cavalcare le onde Alfa e Theta, fino a stati profondi di rilassamento, entrare in visualizzazioni e avere percezioni di alterazione dello spazio e del tempo.
Ci sono tre fasi sonore: la prima, introduttiva, che accompagna, aiuta a spegnere la mente; la parte centrale più catartica, la definirei la ricerca del vuoto; la terza, il ritorno, con suoni che portano al radicamento. Infine, se le persone presenti vogliono esprimere una parola o il loro vissuto durante l’esperienza, nasce la parte della condivisione finale.